Il 2020 lo ricorderemo per molti decenni a venire, lo scoppio dell’epidemia ci ha costretti a ripensare le nostre abitudini personali e riprogettare quelle lavorative.

In questi primi giorni di gennaio 2021 tutti noi stiamo vedendo nei telegiornali una soluzione medica che ci proietta in un futuro prossimo di normalità, anche se le ondate di contagi destabilizzano ancora la nostra vita quotidiana introducendo l’elemento della variabilità repentina come costante provvisoria che detta  quello che è possibile o meno fare.

E’ solo da un anno che internet e i social media hanno colmato le distanze che prima percorrevamo con i mezzi di trasporto fisico, ora ci permettono di mantenere le relazioni e di scoprire interessi che non conoscevamo prima. La tecnologia della comunicazione e della relazione ha fatto un salto evolutivo e di utilizzo enorme in pochi mesi, senza la pandemia avrebbe impiegato diversi anni per raggiungere lo stesso livello odierno. Anche la formazione è diventata a distanza, dapprima sembrava poter sopperire totalmente quella tradizionale mentre oggi ci accorgiamo sempre di più che, a volte, i metodi tradizionali sono quelli più apprezzati ed hanno una resa maggiore.

Nei mercati finanziari del 2020 possiamo vedere un’altalena, dopo il breve crollo di marzo abbiamo assistito ad un rialzo con un netto recupero; in novembre 2020 lo S&P500, l’indice del mercato azionario Usa con una forte presenza di titoli tecnologici, ha addirittura conseguito la miglior performance mensile dal 1928! Nel mondo reale abbiamo assistito a tragedie, nel mondo finanziario del 2020 abbiamo infine visto una chiusura in rialzo, anche se è ancora presente uno scostamento elevato dai valori fondamentali e per i quali è prevista un recupero reale solamente a partire dal secondo semestre 2021.

Per affrontare questa situazione sono state attuate politiche fiscali e monetarie eccezionali che negli ultimi mesi del 2020 hanno sostenuto l’attività degli investitori di tutto il mondo; per quanto la situazione alle condizioni attuali è sostenibile?

La Banca Centrale Europea ha addirittura ampliato il Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP) di € 500 miliardi con l’obiettivo di preservare le condizioni di finanziamento favorevoli nel periodo della pandemia, sorreggendo l’attività economica e salvaguardando la stabilità dei prezzi.

Negli Stati Uniti è in corso uno dei più difficili insediamenti che un presidente abbia avuto nella storia recente, tutti siamo in attesa delle strategie in ambito geopolitico e fiscale che Joe Biden avrà intenzione di attuare; sarà interessante vedere quali leggi riuscirà a portare in Congresso e quanto sostegno riceverà. Il dollaro si è indebolito ampiamente nel corso dell’estate 2020, l’aumento dei contagi ha fatto nascere dubbi sempre più diffusi su una ripresa repentina dell’economia USA e inoltre ci aspettiamo tassi Fed fermi a “quasi-zero” ancora per un lungo periodo. Lo scorso settembre la Fed ha comunque rivisto al rialzo la previsione di crescita del 2021, che dovrebbe contribuire a prevenire un’ulteriore accelerazione ribassista del dollaro con la conseguenza di un aumento dei prezzi della maggior parte delle materie prime.

WTI e Brent scambiano ad un livello vicino ai $ 45/50 al barile e attualmente il mercato del greggio mondiale è in deficit per i tagli alla produzione effettuati dai produttori OPEC.

L’economia globale sembra abbia iniziato la ripresa con una rapida crescita della domanda trainata dalla necessità di evadere nuovi ordini e ricostituire le scorte quasi esaurite. Ci aspettiamo una performance 2021 non lineare, neppure esplosiva come il 2020 o come viene prevista in queste prime settimane del 2021, restano però ancora evidenti segnali di compiacenza che potrebbero prolungarsi nel tempo.

In queste situazioni di mercato caratterizzate dalla forte incertezza e da cambiamenti repentini il mio consiglio si orienta sui piani di accumulo di tipo pac, che ci permettono di sfruttare al massimo eventuali correzioni o strappi del mercato azionario. In abbinata affianco le posizioni garantite in gestione separata, hanno il vantaggio di sfruttare ancora un differenziale di tasso a loro favore rispetto ai mercati obbligazionari, che presentano in questo periodo un rendimento sottotono nonostante siano sostenuti da politiche monetarie espansive e dalle azioni delle Banche Centrali.

Dott. Giovanni Zanotto

Laurea in Scienze dell’Economia e della Gestione Aziendale

Consulente finanziario, iscritto all’albo OCF

Consulente assicurativo vita, iscritto alla sezione E del RUI