Oggi vi guidiamo alla scoperta dei Piani Individuali di Risparmio (cosiddetti PIR).

I principali nemici del risparmio, si sa, sono le imposte sul capital gain e sulla successione. Come tutelarsi? Una possibile soluzione per i risparmiatori è quella dei Piani Individuali di Risparmio (PIR). Scopriamoli nel dettaglio.

Cosa sono i PIR?

I PIR, Piani Individuali di Risparmio, sono una nuova forma di investimento a medio termine rivolta esclusivamente alle persone fisiche residenti in Italia, nata con l’obiettivo di veicolare i risparmi delle famiglie verso le piccole e medie imprese italiane, attraverso l’investimento in strumenti finanziari come obbligazioni, azioni e quote di fondi delle PMI o aziende con stabile organizzazione in Italia.

L’agevolazione fiscale

Rappresentando uno stimolo all’economia del Paese, i PIR offrono in cambio un’agevolazione fiscale per chi investe: i proventi, siano essi redditi di capitale o diversi, non sono tassabili e non scontano le imposte di successione.

Le 3 condizioni per beneficiarne:

Per ottenere il beneficio fiscale, l’investitore deve:

Detenere l’investimento per almeno 5 anni; è possibile riscattare anche prima i soldi investiti pagando le imposte dovute sui proventi conseguiti.

Destinare al PIR fino a 30.000 euro all’anno, entro un limite complessivo di 150.000 euro in 5 anni. I PIR non hanno una durata massima.

Come si compongono?

I PIR hanno vincoli di investimento che premiano le piccole e medie imprese, ma lasciano la possibilità di impiegare almeno il 30% del portafoglio in qualsiasi strumento:

Almeno il 70% deve essere composto da strumenti finanziari (obbligazioni o azioni, sia quotati sia non quotati nei mercati regolamentati o nei sistemi multilaterali di negoziazione) emessi o stipulati con imprese residenti in Italia, o in Stati membri dell’UE o in Stati aderenti all’ASEE aventi stabile organizzazione in Italia;

Di questo 70% almeno il 30% (pari al 21% del valore complessivo degli investimenti del PIR) deve essere investito in strumenti finanziari emessi da società italiane ed estere (UE e SEE) con stabile organizzazione in Italia diverse da quelle rilevanti ai fini del FTSE MIB o di altri indici equivalenti di altri mercati regolamentati europei (DAX, CAC 40, IBEX 35, FTSE 100 ecc) e quindi andando ad escludere direttamente i titoli dei principali indici, che sono di solito i grandi gruppi multinazionali, si restringe in maniera ancora più stringente la possibilità di trovare società europee “con stabile organizzazione in Italia”;

Il 30% può essere investito in qualsiasi strumento finanziario (ivi compresi depositi e c/c); 


Il patrimonio del PIR non può essere investito per una quota superiore al 10% del suo valore complessivo in strumenti finanziari emessi o stipulati con lo stesso emittente o con altra società appartenente al medesimo gruppo o in depositi e conti correnti (limite alla concentrazione). 


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