Un anno che si chiude è il momento ideale per fare qualche bilancio.

Anche nel 2018, come nel 2017, più del 90% dei sinistri catastrofali sono stati legati al meteo: parliamo di fenomeni di grande portata come uragani, incendi boschivi, tsunami.

I cambiamenti climatici stanno cambiando il modo di vivere dell’uomo ma stanno influendo anche in maniera decisamente impattante sull’economia globale. E il conto è davvero salato, soprattutto per le assicurazioni che si trovano a coprire catastrofi naturali sempre già frequenti.

Non meraviglia quindi che i cambiamenti climatici siano un argomento molto caldo per le diverse compagnie assicurative anche perché se l’umanità non dovesse rapidamente cambiare le proprie abitudini in fatto di emissioni di anidride carbonica e di effetto serra, gli eventi drammatici sono destinati ad aumentare. Quando parliamo di eventi particolarmente aggressivi includiamo sia quelli diretti, come le alluvioni, sia quelli indiretti ma altrettanto gravi, come i lunghi periodi di siccità. Anche gli incendi rappresentano un problema molto grave. Pensiamo ad esempio a ciò che è successo in California di recente. Nella sola zona di Malibu si contano danni ingentissimi alle abitazioni: ville di lusso costruite in zone semi selvagge, circondate dalla vegetazione. Una scelta di stile ma anche una scelta sconsiderata che ha amplificato la potenza del fuoco e i danni, aumentato in maniera incredibile anche i costi in termini di risarcimento.

Cosa fanno le compagnie assicurative di fronte ai mutamenti climatici? Da un lato cercano nuove forme di assicurazione, come ad esempio soluzioni parametriche, dall’altro diventano parte attiva nel cambiamento facendo scelte sostenibili, puntando sulle energie rinnovabili e impegnandosi concretamente per la salvaguardia del pianeta. Come UnipolSai che ha adottato da tempo numerosi comportamenti green, per dare il buon esempio.