Il gender pay gap è una realtà innegabile che affligge le donne in tutto il mondo, Italia compresa. Le
disparità salariali, le interruzioni di carriera per maternità e una più lunga aspettativa di vita si traducono in
un significativo divario pensionistico a sfavore del genere femminile. Ma esiste uno strumento in grado di
mitigare questo squilibrio: la previdenza complementare.


Cos’è il gender gap pensionistico e perché è un problema?
Il gender gap pensionistico indica la differenza tra le pensioni medie percepite da uomini e donne. In Italia,
le donne vanno in pensione con un assegno mediamente inferiore del 33% rispetto agli uomini. Oltre a
stipendi inferiori, pesano l’interruzione di carriera per maternità, l’insoddisfazione lavorativa e la difficoltà
di conciliare i tempi di vita. Questa disparità ha ripercussioni significative sulla qualità della vita delle donne
in età avanzata, esponendole a un maggior rischio di povertà e dipendenza.


La previdenza complementare: una soluzione concreta
La previdenza complementare offre alle donne la possibilità di integrare la pensione di base con contributi
volontari, creando un “cuscinetto” finanziario per il futuro. I vantaggi di questa scelta sono molteplici:

  1. Flessibilità: I contributi possono essere modulati in base alle proprie esigenze e disponibilità
    economiche, permettendo di adattare il piano previdenziale ai diversi momenti della vita.
  2. Rendimenti: I fondi pensione investono i contributi in diversi strumenti finanziari, generando nel
    tempo rendimenti che accrescono il capitale accumulato.
  3. Deducibilità fiscale: I contributi versati alla previdenza complementare sono deducibili dal reddito
    imponibile, offrendo un vantaggio fiscale.
  4. Personalizzazione: È possibile scegliere tra diverse tipologie di fondi pensione, in base al proprio
    profilo di rischio e agli obiettivi di investimento.
    Come la previdenza complementare può ridurre il gender gap
  5. Integrazione della pensione: Colmando il gap tra la pensione di base e le esigenze di vita in età
    avanzata.
  6. Accumulo di capitale: Creando un patrimonio autonomo che garantisce maggiore sicurezza
    finanziaria.
  7. Flessibilità: Permettendo alle donne di gestire in modo più efficace le interruzioni lavorative e le
    fasi di vita caratterizzate da minori redditi.
    Perché iniziare presto?
    Iniziare a versare contributi alla previdenza complementare fin dalla giovane età permette di beneficiare al
    massimo dell’effetto del tempo e della composizione. Anche piccole somme versate costantemente nel
    tempo possono generare un capitale significativo al momento della pensione. Inoltre, assicurano ad
    esempio un importante risparmio fiscale perché possono essere dedotti dal proprio reddito (limite annuo €
    5.164,57).
    La previdenza complementare rappresenta una delle leve più efficaci per ridurre il gender gap pensionistico
    e garantire alle donne una maggiore autonomia finanziaria in età avanzata. Scegliere di aderire a un fondo
    pensione significa investire nel proprio futuro e in quello delle generazioni future.
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