La situazione italiana sulle polizze legate alla domotica e le prospettive per il futuro.
Oggi la black box nelle auto è molto diffusa. Non si può dire lo stesso per per quanto riguarda la scatola nera domestica. Pare proprio che la domotica non riesca a fare breccia nel settore assicurativo e totalizza risultati ancora mediocri. Tante le compagnie assicurative che propongono dispositivi di smart home con sensori e apparecchi connessi, utilissimi per segnalare guasti e eventuali intrusioni a chi acquista casa. Il binomio polizza-dispositivo di smart home non è però accolto bene dal pubblico.
Se da un lato gli apparecchi per la domotica hanno riscontrato un discreto successo in Italia, e un relativo aumento di vendita, dall’altro lato il canale assicurativo non ha fatto il consequenziale salto di qualità anzi ha registrato una discesa passando dal 4% al 3%.
A livello internazionale però si registrano due casi interessanti che raccontano possibili sviluppi futuri anche per la situazione in Italia.
La compagnia britannica Aviva ad esempio ha acquisito Neos una star up che permette di integrare i dati raccolti dagli oggetti smart con nuove polizze per la casa. Negli USA, invece, la compagnia Traverlers la stretto una collaborazione con Amazon per offrire una polizza casa, l’ assistenza 24 ore su 24 e un kit di prodotti smart home direttamente on line. Questa tendenza internazionale è un indizio di un possibile cambiamento che presto interesserà anche il nostro paese.
Le compagnie assicuratrici potrebbero presto offrire la possibilità di attivare polizze personalizzate e servizi anche in una fase successiva all’acquisto degli oggetti di smart home.
Oppure potrebbero abbassare i premi per incentivare all’acquisto, analogamente come accaduto alle (per ora) più fortunate black box auto.
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