Ci sono tanti modi per andare in pensione prima del tempo. Ma chi davvero può permetterselo?

Con il cambiamento dei requisiti pensionistici e con le nuove norme, un piano di accumulo pensionistico complementare diventa una scelta fondamentale. Vediamo insieme perché!

Pensione prima o pensione poi? Questo è il dilemma!

Ecco la scelta che si trovano ad affrontare tantissimi italiani: andare in pensione prima del tempo oppure aspettare per capitalizzare una cifra pensionistica più adeguata?

Adesso più che mai si parla tanto di Quota 100, di Opzione donna e delle possibilità di pensionamento anticipato. Ma nella grandissima maggioranza dei casi andare in pensione prima vuol dire accontentarsi di una pensione pari al 50% o al 60% del reddito attuale. Chi può permetterselo?

E così sempre più spesso si sceglie, contro voglia, di continuare a lavorare per cercare di uscire dal mondo del lavoro con una pensione più alta.

Aver programmato un piano pensionistico di accantonamento previdenziale allora, si rivela una scelta vincente per potersi permettere di andare in pensione prima.

Se fino a qualche tempo fa questi piani erano scelti per aumentare la pensione e per avere agevolazioni fiscali oggi queste polizze offrono una grandissima libertà: quella di poter scegliere davvero quando smettere di lavorare.

L’andamento del nostro paese è chiaro: molte soluzioni come la quota 100 sono limitate ai prossimi 3 anni ma in generale l’età pensionistica tende ad aumentare. Tutti i lavoratori che non gradiscono l’idea di continuare a lavorare anche dopo aver compiuto i 65 anni, e in molti casi quasi fino ai 70 anni, dovrebbero immediatamente stipulare un piano pensionistico complementare: l’unica scelta consapevole che permette di andare in pensione prima.

Anche la RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata) va in questa direzione. Vediamo insieme quali sono i requisiti per richiederla:

Cessazione dell’attività lavorativa

Perfezionamento del diritto di pensione entro 5 anni

20 anni di contributi versati

5 anni di partecipazione a forme pensionistiche complementari

Anche se in futuro la quota 100 non venisse rinnovata e venissero varati requisiti ancora più stringenti e selettivi per la pensione anticipata, un piano pensionistico supplementare si rivelerebbe essenziale: perché una volta raggiunti i requisiti minimi si potrà smettere di lavorare in anticipo finanziando quel periodo con quanto messo da parte in precedenza.

Il ruolo del consulente diventa così fondamentale: ogni caso è unico e per ciascun cliente esiste la migliore soluzione possibile. E’ importante valutare insieme tutte le possibilità per donarti un futuro sereno e soddisfacente! Noi siamo pronti, e tu?